Non ho scritto nulla, nonostante io abbia aperto da poco questo blog,
perché l’ultimo periodo è stato pieno di lavoro, ansie e domande e ho preferito
concentrarmi su me stessa. Devo dire che questo continuo lavorare da casa non è
proprio il massimo, sotto certi punti di vista, anche se non posso negare che
sia una manna dal cielo perché mi sono momentaneamente trasferita in un’altra
regione dove i nonni mi guardano la bimba mentre lavoro.
Perché sì, è impossibile lavorare da casa con gli orari richiesti se hai
una figlia di 19 mesi che ti si attacca stile cozza e rifiuta di lasciarti
sola, soprattutto durante le conference call. Non è questione di bravura, non è
questione di insegnare alla bimba a stare 9 ore a giocare in modo indipendente,
è un qualcosa di inconciliabile. Non sarei in grado di lavorare in modo
produttivo, di consegnare progetti, fare preventivi, organizzare il lavoro
sentendo lei che piange perché trascurata tutto questo tempo. Non è in un’età
in cui posso pensare di farlo e sinceramente ci tengo a un suo sviluppo
psicofisico decente, già che non vede anima viva da febbraio.
Ho portato mia figlia a fare una passeggiata in un piccolissimo borgo qua
vicino dove c’era davvero poca gente e ho notato che era spaventata. Dopo tutti
questi mesi chiusa in casa ha completamente perso l’abitudine a stare in mezzo
alla gente e questa cosa mi dispiace tanto.
Ho la fortuna di avere un’azienda che ci sta continuando a fare lavorare in
smartworking ma ovviamente arriverà al termine anche questo. Di riaperture di
nidi non se ne parla e la cosa mi sta terrorizzando. Come posso gestire lavoro
e figlia a partire da settembre se nessuno si è interessato alla fascia d’età
0-3, come se non esistessero? È impossibile pensare che i genitori lavorino se
non sanno a chi affidare i figli, ma è impossibile anche pensare di lasciare il
lavoro.
Italia, non ci siamo. Pagherai carissimo questo tuo menefreghismo verso i
bambini e gli adolescenti. E, onestamente, ti starà anche bene.
Lavorando da casa, con marito che fa la spola su e giù per mezza Italia (la
sua azienda invece pretende delle giornate in ufficio), non ho molte occasioni
per uscire e dare aria al cervello. Ogni giorno cerco di dedicare almeno un’oretta
a un’attività che mi rilassa (nel 90% dei casi si tratta di elggere un libro)
ma mi sono resa conto che la mia produttività è scesa parecchio. Mi sento poco
motivata, stanca, un po’ imprigionata in casa.
L’incertezza del futuro, l’ansia di non sapere come saremo organizzati a
settembre, i problemi economici e tante altre paure si stanno facendo sentire.
Sono l’unica che in questo momento, con un’estate così strana alle porte,
si sente così? Andrà davvero tutto bene, ce la faremo oppure no?
Inizio ad avere qualche dubbio...